LA PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO
Roma, Udienza Generale 16 marzo 2022
«Tutti - dice Papa Francesco rivolgendosi agli studenti accompagnati dagli insegnanti e dai genitori - guardiamo al cuore e pensiamo ai tanti bambini, bambine, ragazzi e ragazze che sono in guerra, che oggi in Ucraina stanno soffrendo, sono come noi, come voi. Sei, sette, dieci, quattordici anni e voi avete davanti un futuro, una sicurezza sociale di crescere in una società in pace. Invece questi piccoli, anche piccolini, devono fuggire dalle bombe, stanno soffrendo, tanti, con quel freddo che fa lì… Pensiamo. Ognuno di noi pensi a questi bambini, bambine, a questi ragazzi, ragazze, che oggi stanno soffrendo, a tremila km da qui. Preghiamo il Signore. Io farò la preghiera e voi con il cuore con la mente pregate con me».
Poi il Papa recita questa preghiera:
Signore Gesù, ti prego per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire lasciando casa, tutto…
Signore Gesù, guarda questi bambini, questi ragazzi, proteggili, sono le vittime della superbia di noi, gli adulti.
Signore Gesù, benedici questi bambini e proteggili.
Insieme preghiamo la Madonna perché li protegga. Ave Maria....”
Al termine dell'udienza, Francesco è tornato a richiamare l'attenzione sulla barbarie che si consuma nel Paese est-europeo. Il suo appello prende la forma di una accorata preghiera, quella scritta dall'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, preghiera che il Pontefice recita con i fedeli in Aula Paolo VI.
"Nel dolore di questa guerra, facciamo una preghiera tutti insieme chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace. Pregheremo con una preghiera che scrisse un vescovo italiano", dice il Papa. E poi recita:
Perdonaci la guerra
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori!
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci, Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele.
Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire!
Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore! Amen.
MADRE DEL LUME, MADRE DELLA PACE
La Madre SS.ma del Lume ha sempre dimostrato il suo grande potere di irrompere nelle tenebre con la Luce di suo Figlio e dello Spirito Santo, e ha sempre salvato il mondo dalle divisioni, dalle guerre, dal male, portando armonia e pace. Sono veramente tante le testimonianze di grazie ricevute dalla Madonna del Lume nel corso dei secoli, in Italia e nel mondo: grazie individuali (conversioni, guarigioni fisiche, riconciliazioni, liberazioni dal Maligno ecc.) e grazie “sociali”, come cessazioni di guerre, soluzioni di discordie tra i popoli, riappacificazioni e riunificazioni.
A Cesta (Ferrara) la Madonna del Lume è chiamata anche “Madonna della Pace”: il mostro rappresenterebbe la guerra, il giovane afferrato dalla Vergine rappresenterebbe la moltitudine delle vittime della guerra. Affidiamo a Lei con fiducia la drammatica situazione di questo momento, affidiamole tutta l'umanità, sentiamoci tutti afferrati dalla Sua mano, ognuno come suo figlio amato, ma anche ognuno a rappresentare l'umanità intera.